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Una condizione abbastanza comune e spesso innocua, il capezzolo introflesso può però essere fonte di preoccupazione. L’area dell’areola dove si trova il capezzolo, infatti, è di solito caratterizzata da una parte sporgente verso l’esterno, di colore più scuro rispetto al resto del petto.

Alcune persone sono soggette a introflessione dei capezzoli, dove manca la parte prominente ed esterna del capezzolo stesso, ma risultano invece rientranti verso l’interno del seno.

Non sempre sono causa di malattie: è bene, dunque, capire di cosa si tratta e come capire se è il caso di effettuare visite o esami dal proprio medico. Infine, esiste anche la possibilità di correggere in modo estetico il capezzolo introflesso, tramite la chirurgia.

Cosa sono i capezzoli introflessi

Sulla zona del petto, sia maschile che femminile, troviamo l’area delle mammelle. Su questa area si sviluppano le areole, che non sono altri che aree più scure, di forma rotondeggiante, dove si può trovare il capezzolo. Il capezzolo funge da condotto esterno per i dotti ghiandolari verso la superficie del corpo. Nelle donne, il capezzolo è strumento fondamentale per l’allattamento, grazie ai dotti sopracitati, che trasportano il latte prodotto dalle ghiandole mammarie per il bebè. Anche gli uomini hanno mantenuto questa caratteristica, nonostante non abbia funzionalità.

Il capezzolo è solitamente in rilevanza al centro dell’areola, ma talvolta può risultare invertito verso l’interno del corpo. Quando si presenta in questo modo si parla di capezzoli introflessi o inversi, ed è una condizione che si può presentare sia nei maschi che nelle femmine. A livello estetico, i capezzoli introflessi si presentano rientranti, e formano una piega sul centro dell’areola.

Ci sono diversi gradi di introflessione, e sono diverse le cause che possono creare questa situazione. Nei casi più leggeri, il capezzolo si può estroflettere tramite stimolazione manuale, oppure anche in condizioni di temperature basse: in questo caso, l’introflessione non è totale, bensì il capezzolo si può proiettare con facilità.
Nei casi più gravi di introflessione, invece, il capezzolo rimane all’interno della mammella a prescindere dal tipo di stimolazione effettuata.

Infine, l’introflessione del capezzolo si può presentare sia su un solo seno che su entrambi.

Quando si tratta di capezzolo introflesso congenito

Tra le diverse cause dell’introflessione c’è anche quella congenita, che dunque non rappresenta un problema causato da malattie o altre sintomatologie e disturbi. Spesso la causa è da ricercarsi nello sviluppo del feto nel grembo materno, o nei primi anni dello sviluppo, con un’incidenza sulla popolazione sotto il 20% nelle donne.

Quando il problema è congenito, può essere stato causato da diversi elementi. Per esempio, può essere una malformazione ereditata da un familiare, un problema legato allo sviluppo del muscolo del petto, oppure anche un problema legato allo sviluppo della zona della mammella.

Sebbene la causa congenita non sia solitamente fonte di preoccupazione, è sempre fondamentale affidarsi ad un medico specializzato per capire qual è la reale causa di questa caratteristica del seno.

operazione di chirurgia estetica per capezzoli inversi

Cause dei capezzoli introflessi

Che sia congenita o acquisita, è fondamentale capire qual è la causa del capezzolo introflesso. Questo perché in alcuni casi particolari, può essere un sintomo di una problema di salute.

In particolare, in caso di capezzolo introflesso benigno, il sintomo si può sviluppare nel tempo, addirittura in anni. Invece, nel caso di altre problematiche sottostanti, il capezzolo può introflettersi nel giro di poco tempo: in tal caso, è sempre consigliabile una visita dal proprio medico di fiducia.

Le cause principali dei capezzoli introflessi sono:

  • Predisposizione congenita: come abbiamo visto in precedenza, c’è la possibilità di nascere già con uno o entrambi i capezzoli introflessi. L’incidenza non è da sottovalutare, di circa il 10-20% della popolazione femminile. In altri casi, si può ereditare da un familiare, e dunque si parla di varianti genetiche; spesso sono legate a sindromi particolari.
  • Cancro al seno: in alcuni casi, l’introflessione può essere un sintomo di una neoplasia. In tal caso tende ad essere asimmetrica, con processo di introflessione rapido.
  • Brevità duttale: quando i dotti galattofori del capezzolo risultano troppo corti, essi accorciano la lunghezza del capezzolo, spesso mantenendolo all’interno della ghiandola mammaria.
  • Inversione acquisita: l’introflessione può accadere a causa di un’infiammazione al seno. I casi più comuni sono legati a interventi chirurgici, oppure nel caso della mastite, e in particolare dopo l’allattamento.
  • Perdita di peso: questo fenomeno può accadere talvolta nei soggetti ex obesi, che hanno perso una grande quantità di peso in poco tempo.
  • Ginecomastia: ovvero, un ingrossamento anomalo dell’area mammaria nei soggetti di sesso maschile, che creano un vero e proprio seno.

Ci possono inoltre essere altre malattie meno comuni che possono causare un capezzolo introflesso, ma la causa si può accertare solamente tramite esami medici e una visita specializzata.

Capezzolo introflesso, quando preoccuparsi

Nella maggior parte dei casi l’introflessione dei capezzoli non è pericolosa, ma solo di un fenomeno che può essere un problema estetico. In ogni caso, la cosa migliore da fare se si è preoccupati per l’aspetto dei propri capezzoli è consultare un medico specializzato. In questo modo, sarà più facile comprendere la causa scatenante e trovare anche il suo rimedio.

Quando preoccuparsi del proprio capezzolo introflesso? Quando ci sono altri sintomi associati oltre che al mero aspetto del capezzolo, come dolore, infiammazione, la presenza di secrezioni o anche nel caso la posizione del capezzolo cambi.

Nel caso invece dell’allattamento di un neonato, il capezzolo introflesso non dovrebbe essere un grosso problema. Se il neonato è in grado di afferrare con la bocca l’areola (e non solo l’area del capezzolo), può comunque accedere al latte della madre. Nel caso di difficoltà, si possono implementare delle modalità di aiuto all’allattamento, come per esempio l’uso di acqua fredda per stimolare l’uscita del capezzolo. Una brava ostetrica può consigliare il metodo più utile per aiutare la mamma ad allattare il proprio bambino anche con capezzoli inversi.

Capezzolo introflesso, rimedi

Abbiamo visto che i capezzoli introflessi possono avere diverse cause. Nel caso di neoplasie, infiammazioni o altre problematiche di salute, è chiaro che sia necessario un intervento del medico.

E se invece si tratta solo di un disagio dovuto all’aspetto dei capezzoli? È normale e piuttosto comune sentirsi a disagio nel caso di capezzolo introflesso benigno, ma per fortuna si può intervenire con diverse tecniche o anche con intervento chirurgico.

Ecco quali sono i rimedi principali per modificare un capezzolo introflesso:

  • Stimolazione manuale: l’uso di massaggi oppure di acqua fredda, come nel caso di introflessione lieve, può essere utile a spingere il capezzolo all’esterno. Tuttavia, si tratta di soluzioni temporanee e circoscritte.
  • Utilizzo di una ventosa: questo dispositivo medico permette di creare un vuoto con pressione negativa sul capezzolo. Viene così spinto all’esterno, e ritorna ad avere un aspetto normale. L’utilizzo è però intensivo, con utilizzo di circa 6-8 giornalmente per almeno 3 mesi.
  • Piercing: può sembrare un metodo un po’ inusuale, ma gli amanti della modificazione corporea lo apprezzeranno. Un piercing applicato nel modo giusto può impedire al capezzolo di ritirarsi, mantenendolo all’esterno.
  • Chirurgia: si tratta di un intervento più invasivo, ma permanente. Tramite un’incisione sul capezzolo, si possono rimuovere i dotti galattofori troppo corti e spingere il capezzolo fuori. Con la sutura il capezzolo rimarrà esterno, correggendo il problema in modo definitivo.

Come funziona l’intervento chirurgico

La possibilità di correggere in modo definitivo il capezzolo introflesso è spesso rappresentata dalla chirurgia estetica. Questo intervento ha l’obiettivo di proiettare il capezzolo verso l’esterno, al centro dell’areola. L’operazione non è particolarmente rischiosa, e permette di avere dei buoni risultati estetici.

In genere, si può effettuare con diverse tecniche:

  • Innesto di tessuto: questa tecnica prevede l’utilizzo di un pezzo di tessuto dal corpo del paziente, usato poi per allungare il capezzolo;
  • Innesto cutaneo: come la tecnica precedente è il paziente a provvedere al tessuto cutaneo, usato per aumentare la lunghezza del capezzolo;
  • Uso di protesi mammarie: come nella mastoplastica additiva, vengono usate delle protesi per spingere dall’interno il capezzolo;
  • Innesto di tessuto muscolare: similmente alle altre tecniche di innesto, viene qui però usato del tessuto muscolare

Affidarsi ad un bravo medico di chirurgia estetica può offrire ottimi risultati, che saranno poi permanenti. Il vantaggio, dunque, di un’operazione chirurgica è di non dover utilizzare tecniche a livello quotidiano, né metodi che durano poche ore. L’intervento è breve, con una durata massima di due ore, e con un periodo di guarigione relativamente veloce. Sarà necessario utilizzare un reggiseno apposito subito dopo l’intervento, e seguire le indicazioni fornite dal medico curante.

Infine, il costo di un intervento al capezzolo introflesso si aggira attorno ai 500 euro, fino a 2000 euro, e può costare di più se associato ad altre operazioni estetiche come la mastoplastica.

 

Domande Frequenti su capezzolo introflesso:

Come risolvere capezzoli introflessi?

Ci sono molti metodi per risolvere il problema dei capezzoli introflessi. Per correggere questa problematica in modo definitivo, si può ricorrere alla chirurgia estetica. Un intervento di innesto di tessuto, cutaneo o muscolare, oppure l’uso di una mastoplastica additiva possono migliorare l’aspetto dei capezzoli.

Perché ho i capezzoli all'interno?

Ci sono molte cause che possono formare il capezzolo introflesso. Una percentuale di popolazione nasce con i capezzoli inversi, per fattori genetici o congeniti nello sviluppo durante la gravidanza. In altri casi, possono essere dei traumi al seno, delle infiammazioni oppure un tumore al seno.

Come capire se hai il capezzolo introflesso?

Il capezzolo introflesso si presenta con la zona di tessuto che, solitamente proiettata verso l’esterno, rimane invece incavata verso la ghiandola mammaria. In casi molto leggeri, è sufficiente spingere il capezzolo verso l’esterno con le dita (capezzolo piatto). Se invece rimane interno, viene considerato introflesso.

Quanto costa l'operazione ai capezzoli?

Il costo di sistemazione di capezzoli introflessi può variare a seconda dell’importanza dell’intervento. Un’operazione simile può costare minimo 500 euro, fino a 2000 euro.

Quando il capezzolo cambia forma?

Se non si è nati con capezzolo introflesso (come nei casi congeniti), il capezzolo può cambiare forma normalmente se sottoposto a stimolazione o a freddo. Se invece diventa introflesso in breve tempo e presenta sintomi come dolore e infiammazione, è il caso di vedere un medico.

Come far uscire fuori i capezzoli?

Nel caso di capezzoli introflessi, spesso è sufficiente stimolare l’area con le dita o con acqua fredda. Si può però intervenire in modo definitivo utilizzando una ventosa, oppure con una semplice operazione di chirurgia estetica.

Mi devo preoccupare se ho i capezzoli introflessi?

Nella maggior parte dei casi, i capezzoli introflessi sono solamente una questione estetica. È il caso di vedere un medico se il cambio è repentino e veloce, e se ci sono sintomi come dolore, secrezioni o altri cambiamenti inusuali.

 

2023-10-04T13:23:47+00:00