La calvizie e la perdita di capelli è un problema che affligge sempre più persone, sia uomini che donne. Si tratta di un problema spesso legato a problemi ormonali, di stress o causato da stili di vita scorretti, che colpisce la crescita e lo spessore del bulbo pilifero. Solitamente la perdita è più evidente sui capelli, anche se esistono casi di alopecia della barba o di altre zone del corpo.
Per provare a recuperare le zone soggette a calvizia, esistono delle soluzioni legate all’utilizzo di farmaci o integratori, tra cui il più famoso è il minoxidil. Non sempre, però, queste soluzioni garantiscono il rinfoltimento dei capelli.
Chi soffre di alopecia androgenetica o calvizie può ricorrere ad una soluzione moderna e sicura per recuperare i capelli di un tempo: il trapianto capelli, chiamato anche “autotrapianto capelli”.
Questa tecnica, eseguita da medici in studi professionali, è una delle soluzioni più efficaci disponibili. I bulbi sani, infatti, vengono trapiantati sulle zone colpite da alopecia per permettere di rinfoltire e prevenire future cadute.
Ma come funziona un trapianto di capelli, quanto costa e soprattutto è sicuro? Abbiamo raccolto una guida che ti aiuterà a capire le tecniche di autotrapianto capelli e la loro efficacia.
Cos’è l’autotrapianto capelli?
Il trapianto di capelli è una tecnica con una lunga storia alle spalle. La prima versione di questo intervento risale al 1939 a opera del medico giapponese Dott. Okuda, per poi essere migliorata nel 1959 dal Dott. Orentreinch. Negli ultimi decenni, le tecniche scientifiche di trapianto si sono evolute moltissimo, permettendo dei risultati eccezionali, garantendo sicurezza e un effetto naturale.
Le più recenti tecniche di rinfoltimento capelli si possono definire anche “autotrapianto”. Il perché di questo nome è semplice: i bulbi piliferi da impiantare nella zona soggetta a calvizie sono gli stessi della persona che si sottopone all’operazione. Non si tratta, dunque, di una tecnica invasiva! I propri capelli, compresi di radice, vengono trasferiti dall’area “sana” a quella diradata.
Il risultato è efficace: i bulbi sani possono così ricrescere e rinfoltire la zona diradata, permettendo una normale crescita del capello.
Perché si esegue l’impianto capelli?
Chi soffre di calvizie o alopecia spesso non trova giovamento dalle soluzioni come l’uso di farmaci o integratori. Queste soluzioni, infatti, agiscono solamente sui follicoli ancora sani, e dunque risultano poco efficaci su chi ha problemi di alopecia androgenetica (legata, cioè, agli ormoni).
L’impianto di capelli, invece, permette di ridistribuire i follicoli già esistenti ancora vitali (non colpiti, dunque, dalle cause ormonali). Questi follicoli sono ancora resistenti all’alopecia, perciò conservano il ciclo vitale e possono nuovamente crescere sani e forti. Ovviamente, questi trattamenti possono essere affiancati a ulteriori cure a supporto della crescita e della protezione dei bulbi piliferi sani. È importante capire, assieme al medico curante, quali sono le cure più efficaci da affiancare al trapianto di capelli.
Il trapianto di capelli, insomma, è l’unica soluzione efficace contro l’alopecia androgenetica.
Trapianto capelli, come funziona?
Lo sviluppo delle tecniche di trapianto è avanzato moltissimo negli anni, creando metodi sicuri che permettono risultati molto naturali, ben lontani dall’effetto “parrucca” dei decenni precedenti.
Nel tempo sono state sviluppate molte metodologie poco invasive, che permettono di innestare bulbi piliferi sani evitando dolore e risultati estetici poco soddisfacenti. Le nuove tecniche di impianto, inoltre, permettono di avere un risultato senza cicatrici permanenti o problemi conseguenti all’operazione. Il periodo di recupero dopo l’intervento è piuttosto breve, e non ci sono rischi particolari associati all’operazione di impianto.
Il trapianto può essere effettuato in ambulatorio o in un centro specializzato di autotrapianto capelli da un medico specializzato.
Le tecniche di impianto principali
Le attuali tecniche di impianto di capelli si dividono in due tipologie principali:
- la tecnica FUT (Follicular Unit Transplantation)
- la tecnica FUE (Follicular Unit Excision)
Ma quali sono le differenze tra le due tecniche, e quali i risultati?
La tecnica FUT (Follicular Unit Transplantation, ovvero trapianto delle unità follicolari), consiste nel prelevare una striscia di cuoio capelluto da una zona “sana”, di solito la nuca. La striscia, chiamata anche “strip”, può variare in lunghezza a seconda di quanti capelli sani ci sono da trasferire nella zona diradata. La striscia viene poi suturata. I bulbi piliferi vengono separati e immersi in una soluzione specifica simile all’ambiente fisiologico del cuoio capelluto e del capello naturale. Dopodiché, ogni singolo capello viene trapiantato nell’area da trattare attraverso una microincisione. Questo tipo di tecnica non pone grandi rischi, ma è possibile che si crei una cicatrice nella zona della striscia prelevata. Più è grande la zona, e più grande sarà la cicatrice. Il periodo di recupero del paziente può essere abbastanza lungo, da qualche settimana fino a due mesi.
Il trapianto capelli tecnica FUE (Follicular Unit Excision, ovvero escissione delle unità follicolari), invece consiste nell’escissione di singoli bulbi piliferi. La zona da cui vengono prelevati è di solito la nuca oppure i lati del capo. Ogni follicolo viene trapiantato singolarmente e a mano dal medico, seguendo la forma naturale dei capelli e della direzione in cui dovrebbero crescere. Questa tecnica richiede grande precisione da parte del medico operante, ma i risultati sono molto naturali e si tratta di un’operazione per nulla invasiva. Al contrario della tecniche FUT, infatti, le cicatrici sono piccolissime e non sono visibili a occhio nudo.
Come si svolge l’intervento
Sebbene il trapianto di capelli sia un’operazione sicura ed efficace, è pur sempre un intervento chirurgico. Per questo motivo, è fondamentale affidarsi a un medico professionista del settore, che possa garantire un ottimo risultato senza rischi.
Dopo una prima consultazione con il medico, e appurato che non ci siano controindicazioni sulla base della salute del paziente, si può procedere all’intervento. Si tratta di un’operazione in regime ambulatoriale con anestesia locale. E’ importante che il professionista a cui ci si affida sia preciso e scrupoloso, perché è importante innestare i bulbi piliferi in modo armonioso sulla zona da trattare. Essere in grado di piantare con cura i bulbi permette di ottenere un buon risultato, seguendo la linea naturale dei capelli. La precisione è importante anche nella zona da cui vengono presi i bulbi, perché non devono essere prelevate zone troppo ampie: il rischio è di creare aree “vuote” anche dove i capelli sono ancora folti e sani.
La durata dell’intervento dipende da molti fattori diversi, tra cui la tecnica di trapianto utilizzata e l’area da trattare. In media, un intervento di trapianto di capelli può durare da un minimo di 4 ore fino a un massimo di 7-8 ore, anche in più sedute.
È possibile, inoltre, fare più sedute nel tempo per aggiungere ulteriori bulbi piliferi e infoltire la zona da trattare.
Post impianto capelli, cosa succede
Dopo l’intervento di trapianto, il paziente può sentire intorpidimento, tensione e un po’ di gonfiore per qualche giorno nella zona trattata. Su ogni bulbo impiantato può formarsi una piccola cicatrice, che si schiarirà nel tempo. Tutti questi sintomi passano nel giro di poche settimane.
Successivamente, i capelli impiantati potrebbero cadere, ma ciò non significa che l’intervento non abbia funzionato. Infatti, si tratta di una conseguenza naturale. Nel giro di qualche mese ricomincerà il ciclo vitale del bulbo, che potrà produrre il nuovo capello.
Risultati del trapianto di capelli
Per sapere qual è il risultato di un trapianto di capelli, bisogna tenere a mente due elementi molto importanti:
- I capelli impiantati sono quelli della persona che si sottopone all’intervento: perciò, il medico non “crea” nuovi capelli, ma si limita a ridistribuire i bulbi piliferi nella zona diradata;
- Il successo dell’intervento dipende anche dalla predisposizione di ogni singolo paziente, e dalla qualità dei bulbi piliferi. L’area donatrice può variare molto, essere più o meno folta e con gradi più o meno alti di resistenza e vitalità. Anche la tipologia del capello ha una forte influenza sul risultato.
Ne consegue che parte del risultato di un trapianto dipenda dalla bravura del medico, e parte anche dalla capacità del bulbo pilifero del paziente di attecchire. Infatti, non tutti i bulbi piliferi attecchiscono sempre, perciò i risultati possono variare da persona a persona.
In molti casi il risultato è ottimale, e nel giro di qualche mese il paziente può ottenere una capigliatura più folta e resistente. Nel caso di capigliature con colore meno contrastante (per esempio, biondo su pelle chiara o castano su pelle scura), l’effetto è anche migliore, perché c’è meno contrasto tra il colore del capello e la pelle sottostante.
Se il trapianto avviene con successo, questi capelli rimarranno per sempre. Il bulbo pilifero rimarrà sempre dove è stato trapiantato. In alcuni casi, se la calvizie peggiora negli anni, ci si può sottoporre ad un altro intervento per migliorare la situazione.